::medúlla/björk

Se c’è una cosa che davvero non si può dire dell’ultimo lavoro di Björk, è che sia di ascolto semplice e lineare.

Procediamo per stadi ovvi, per primo la tradizionale stupidaggine del dare una giustificazione al titolo: medúlla come dire midollo, quale collettore organico di impulsi elettrici, di segnali digitali. Ed infatti, l’intero disco si basa sull’uso polivalente della voce umana in tutte le sue modulazioni (Björk, Icelandic Choir, Mike Patton, Robert Wyatt, Tanya Tagaq, Rahzel, Shlomo, Dokaka), ma solo quella della padrona di casa ha il tocco magico della vita, anzi di più. Tutti gli altri sono metallo, membrana, legno, vento, mare, silenzio. Su tutti loro, domina l’ultima parola del mixing finale, che decide la scaletta nei minimi particolari, smontando e rimontando le produzioni dei singoli elementi, vero deus ex machina dell’intero lavoro. Umano ed inorganico, quindi.

Cosa abbiamo allora qui?
Abbiamo un’artista con quindici anni di esperienza sulle spalle, che di per sé non cambia mai mai mai il suo stile, bensì lo devia variandone il contorno volta per volta, dal pop all’elektro-minimalist; un’icona riconosciuta e riconoscibile, con tutti gli aggettivini classici da assegnarle d’ufficio (“follettoislandese”, “unpoaliena”), che ora può permettersi un “Björk & Friends” modellato sulle forme della sua voce.
E quindi è il momento di esporre la mercanzia, tutta. Qui ci trovate tutte le sfaccettature di Björk già conosciute in precedenza, la vocina col pathos e l’elettronica analogica, il pop nordico e la costruzione corale. Posso anche star qui a dirvi che a me piacciono Where is the line? e Sonnets/Unrealities XI, ma conta nulla: da qui ognuno piglia ciò che gli piace, e tutti hanno il brano oppure i brani non graditi. In totale, quindi, il disco piace a tutti, ma non soddisfa nessuno, macchiandosi della colpa di non diventare in nessun caso un acquisto indispensabile.
Dopo qualche ascolto, la sorpresa iniziale e l’interesse per le atmosfere acquerellate che scaturiscono dall’album, un po’ svaniscono, svelando alcune meccaniche ridondanti: serpeggia la netta impressione che taluni brani siano dei frankenstein di gorgheggi e cori registrati separatamente, e riuniti solo alla fine del processo al banco mixer. Di più: alcuni “mattoncini” sono utilizzati in più di una traccia. Gioca a favore di questo processo di decadimento la fortissima componente di autoreferenzialità che contraddistingue Björk ed il suo egocentrico universo musicale.

Insomma: questo è il cd bello bello che quasi mai si ha il tempo e la pazienza di affrontare dopo il primo incontro; è il cd col quale fregiarsi agli occhi della ragazza di cultura medio-alta, prima di baciarla, sì, ma accompagnati da musica più fruibile; è il cd che si tiene tra le dita per un po’ quando si vuol ascoltare qualcosa, lo si soppesa, poi lo si posa e si sceglie un titolo a colpo sicuro.
Brava Björk, brava… Però cheppalle, uff!

17 thoughts on “::medúlla/björk

  1. disco noiosetto anzichenò . . . mi ha infastidito non poco, allora l’ho messo via e riascoltato dopo un po’. Risultato? Identico. Adesso se non supera il terzo ascolto avrò un nuovo sottobicchiere da 19€!

  2. Mi perdonasse Franceschiello se non l’ho riconosciuto! Avrei dovuto intuirlo dall’eee almeno per la versione Guzzanti che ho visto un paio di volte.
    Da adesso in poi, dopo l’unzione mediatica, lo riconoscerò, giuro!

  3. perdonami per la poca attinenza al post, ma volevo dirti che le tue considerazioni critiche sul nuovo sistema universitario mi hanno conquistato anzicchèno, sentendomene io – vecchia ordinamentaria – altamente presa in giro. saluti.

  4. camilla_lo: …che poi voi architetti partenopei secondo me ne pagate lo scotto maggiore. Già immagino come può essere il nuovo esame di statica!
    ruckert: tienici informati sulla tua 3rd wave.

  5. Anche gli altri presentatori di telemarket, però, si difendono, in particolare Giampaolo Paci e quell’altro, ora mi sfugge il nome, quello che puntualizza sempre come le opere siano solo in visione e chi telefona può dire “non so se la compro”. In quanto a Bjork, penso che sia come il miele, gustoso se preso con moderazione, nauseante se si esagera. Ciao!

    Kriminal

    http://it.geocities.com/lupin_terzo_3

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