A volte ci si illude di averle viste tutte. Invece, si trova sempre un vicoletto che, sì, avevi visto,ma chissà perché non ci sei mai entrato.
Tutta per voi, la quarta infornata delle parole della città che blatera, dopo la prima, la seconda e la terza.
Questa raccolta si fregia del contributo di aabo (le ultime tre foto), (do)vizioso relatore dal profondo nord.
Eh ma se tu mi scrivi questo, io poi non resisto ad aprirlo! Ed infatti, eccolo, il rettile biblico, fare la sua comparsata da infido mentitore.
Aldilà della lettura sacra, immagino quanta spazzatura ci trovi abitualmente dentro, il padrone di casa; però, a riprova di quanto scritto prima, pochi giorni dopo ci ho visto un’intera esposizione sulla plastica per alimenti!
Un dì lontano, dopo l’imminente glaciazione, i nostri antenati diranno che il manufatto era adibito ad urna funeraria. Noi, da qualche parte, rideremo.
Se c’è una cosa divertente, è la scritta detta “a quattro mani”, ;la decontestualizzazione attuata da un secondo, dell’espressione murale di un primo.
in questo caso specifico, la transazione che porta dalla parola anglofona ad una forzatura del modo di dire toscano, può avere effetti esilaranti difficilmente controllabili.
Tutti noi, immagino, abbiamo dei dubbi irrisolti. Come viene giustificata legalmente la vendita delle cartine lunghe? Perché il tennis ha quell’insulso sistema di punteggio?
Ecco, tra queste c’è anche: chi sono i Camminatori che girano di notte con lo spray e le mascherine autoprodotte preventivamente? Perché lo fanno, chi glie lo fa fare? Tra l’altro, in genere sono disegni bellissimi, come questi, e sono tanti.
Si, ok, ma…ma insomma, chi sono!?
Quando si sacrificano gli affetti più cari, in nome di una giusta causa, ecco, lì traspare il sacrificio eroico!
D’altronde, se la madre lavora nel primo dei campi citati, porta tanti soldi a casa, e fa felici i clienti; se sfortunatamente, invece, ricopre il secondo ruolo, la famiglia dovrà accontentarsi di un banale stipendio statale, corredato dall’odio degli utenti interessati.
E poi, per dirla tutta, gli stati d’animo nati in strada, devono essere espressi in strada, e che cribbio!
Nello splendore dell’inglese più maccheronico che io ricordi, una richiesta. Netta, precisa, non travisabile. Sindacale, ma insindacabile.
Il lavoro ce l’abbiamo, ora vogliamo più vacanze. Per tutti.
Quando riusciremo ad ottenerle, chiederemo un’altra cosa ancora più superficiale. Se ci darete anche quella…bah, apriremo una comune in ufficio, ci daremo alla omeopatia psicotropa, e finiremo tutti per buttarci sotto i treni o dai palazzi.
Oppure entrambi, che è difficilissimo.
Qualcuno, non so chi di preciso, ha modificato l’usanza di chiudere un lucchetto alla cancellata del busto di Benvenuto Cellini posto su Ponte Vecchio.
L’usanza è di stampo militaresco, iniziata dagli allievi ufficiali della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio, nel giorno del congedo: lucchetto chiuso, chiave gettata in Arno. Quel qualcuno, invece, ha diffusa la tradizione estendendola commercialmente agli sposi cafoncelli che si recano sul ponte per le foto di rito cafoncello, con obbligo di scrittina amorosa cafoncella.
Risultato: siamo talmente invasi dai lucchetti che si è costretti a stoccarli in grossi grappoli alieni, posti su un lato del ponte.
Meccanismo perfetto.
…perfetto.
A dar polpa al concetto effettivamente elementare espresso, aabo mi assicura che il confronto tra la scritta ed il cofano dell’auto non rende in foto. Signori, stiamo parlando di una ventina di metri di lunghezza, mica pizza e fichi!
Davanti ad una così mastodontica opera murale, impallidisce qualsiasi scrittina ispirata ed originale. L’aggressiva ipertrofia non lascia margini di dubbio alla povera Nicole, schiacciata sotto venti metri venti di ragione: dimenticate il vostro professore di fisica, ché, alle volte, la lunghezza ha il suo peso.
::democratica condivisione di spazi
Fulgido esempio di graffitica democrazia.
Nessuno ha cancellato alcun’altro. Anzi, le differenti grida dei rispettivi fautori, a dispetto delle opposte ideologie d’origine, sembrano quasi moltiplicare i loro decibel virtuali, in questo potpourri metacomunicativo.
Arrivato un certo momento, mano di bianco su tutti e reboot.
Nota di colore: aabo ci tiene ad evidenziare che la prima cosa che assomigli un minimo ad uno stabilimento FIAT, dista da quel muro qualcosa come 200km!
L’ho detto e lo ripeto: Luca Barbareschi ha ragione da vendere, la cultura di destra è stata sempre schiacciata e relegata ad un ruolo comprimario.
E quindi! Diamo voce ai dariofò postlittorii, liberiamo dal giogo la virile ironia dei neocon più radicali, rompiamo le catene alle caviglie delle lingue satiriche più taglienti del Fronte della Gioventù
Se poi si può ridere ripassando i tempi dei verbi, la bella grammatica italiana che si sta perdendo, non è meglio?
i lucchetti inquietano davvero!
🙂
Mi piacciono sempre moltissimo queste tue carrellate di visive visioni.
:-*
molto avvincente. ti ho linkato, spero non ti dispiaccia, nel mio blogroll.
[mini]marketing.it
i lucchetti li ho fotografati pure io a firenze.. un livello di tamarraggine che tocca vette elevatissime!
in ogni caso questi sono dei post che adoro e ti odio profondamente per aver avuto quest’idea prima di me.
🙂
ciao! è una bella idea questa dei disegni sui muri!
AAAAAAAAAAAH meglio avere la mamma troia che vigilessaaaaaa ahahahahahahaha
ohhh yeaahh 😀
Grazie per i consensi, siete troppo buoni.
[mini]marketing.it:ma la sai la verità? Sarà circa un mese che non so se linkarti o no, ed il dubbio me l’ha generato esclusivamente il banner pubblicitario sul tuo blog.
Supero le interne resistenze e decido ora di linkarti, come avrei voluto fare 30 gg. fa. E scusate il ritardo.
(mail)
Allora io ti devo ancora mandare quel saggio sul videogioco… e non ho capito qual è la tua email. Ora, o sono un decerebrato io (probabile, probabile) oppure c’è qualcosa che non va. Cmq mandami un’email va’… fattela dare da Gianluigi (megane)
Cmq tutto molto bello… quando ho letto l’ultimo ho riso. Sarò diventato cinico e spietato come non mai? SPERIAMO!
emanuele:grazie per i complimenti. La mia mail? Vedi quei tre cubicoli sulla colonna di destra? Quello con la letterina è il cubicolo che fa apposta per te 😀
kekule sto fatto della mail l’avrai spiegato non so quante volte… sarà che i cubetti soffrono di problemi di comunicazione? 🙂
… Sì, quei cubetti DECISAMENTE soffrono di problemi di comunicazione… sono praticamente invisibili… cioè ci sono, l’occhio li vede, ma il cervello si rifiuta di registrarli… cambiali ti prego! ^^
Emanuele
Ma non esiste né in cielo ne a casa di Schifani! I cubicoli dominano maledettamente la scena! Eeeeeela grande eeeearte del cubicolismo.
Eeeeeil cubicolismo eh!
guarda, con il banner -intendi quello di google, giusto?- ci pago (si e no) il dominio… lo lascio perche’ mi riempe gli spazi, un po’ come certe credenze inutili…
ciao, grazie per la fiducia 🙂
[mini]marketing
minimarketing:secondo me stai meglio senza…ah bella cravatta comunque. 😀
io voglio conoscere la eva e la nicole prima di commentare
c
(con voce di Homer Simpson)… “MALEDETTI CUBETTI!”… Hai poi ricevuto la mia mail?
Emanuele
Dovrebbero darti una medaglia al valore civile per quello che fai, caro Kekule.
Io, che dimentico sempre la macchinetta digitale a casa, due domenica fa, ad Arezzo, ho trovato una di quelle classiche scritte sui vetri appannati delle macchine.
Non un banale “Lavami”, ma un gigantesco ed efficace “GUARDAMI!”.
La macchina in questione era una Porsche Cayenne.
La compensazione…
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