::immigrates invasion from planet voolvah

È proprio vero: c’è invasione ed invasione. C’è quella che fa levare il capo ai calderoli di tutto il mondo, che si usa legare a doppio filo alle statistiche sui crimini annualmente commessi, che diviene presto il tubo di scarico di tutto il malessere attuale del mondo del lavoro.
E c’è quella buona, quella da non pubblicizzar troppo, ché poi finisce la pacchia.

Già da qualche tempo, le regioni del centrosud italiano hanno subìto un biondo giovanile e sorridente terremoto sociale: l’Avvento delle Polacche, il blitz di un esercito extracomunitario minacciosamente armato di coscia lunga e buonissime intenzioni. A dispetto della limitata eco meritata, il fenomeno è stato talmente massivo e ficcante, da forzare la sua integrazione nel tessuto sociale nostrano con notevole naturalezza, come fosse l’ennesima festa americana divenuta tradizione anche da noi. Ora come ora, si contano episodi ad esso legati lungo un po’ tutto lo Stivale.

Le polacche sono in città. Dopo pericolose ricerche nell’universo camorrista del latifondismo agrario campano, ho potuto ricostruire un modello accettabile, che suona più o meno come segue.
Tra quelli assoldati per importare manodopera extracomunitaria sottocosto, qualcuno avrà ben pensato di farsi un traffichino extra aggiungendo un canale di belle ragazzotte dall’Est. Ma lo stesso qualcuno non poteva immaginare quanta offerta e richiesta ci fossero in questo mercato: le polacche hanno cominciato a trainarsi da loro, escludendo qualsiasi intermediario. Anche perché nella maggior parte dei casi non parliamo di prostituzione, bensì di matrimonio: le polacche hanno trovato una miniera d’oro nei sessantenni locali, dotati di nutriti risparmi e mogli coetanee incartapecorite. Rovinafamiglie sì, meretrici no.

L’altra sera, al bowling, giocava alla nostra destra una famigliola composta da: padre panzottino sessantenne, coppia di figli adolescenti e donzella dell’Est in imbarazzanti shorts di pelle nera e calze a rete, sorretti da 28 Kg di raffinato catenone. Dapprima, ci siamo guardati tra di noi, con la faccia del “ma guarda te”. Ma poi, partita dopo partita, ci siamo trovati in minoranza: erano molte, inaspettatamente molte, le coppie sessantenne/polacca.
Di questa vulvica immigrazione, non si odono calderoliche voci. Ma guarda un po’, chissà perché, eh?

5 thoughts on “::immigrates invasion from planet voolvah

  1. Sono ultracontenta. considerando lo stato dei maschi italiani psichico mentale e soprattutto culturale del maschio italiota è ben quello che si merita. Buona cuccagna alle sorelle polacche

  2. Del fenomeno di cui parli, che ho notato anche io, hai per caso trovato notizie/numeri/statistiche/qualsivoglia su giornali/siti/altro? Mi incuriosisce sempre il percorso di certe notizie non segnalate.

  3. m.m.:solo qualche stupido accenno goliardico italiota, tipo che mancano solo Cannavale e Jimmy il Fenomeno.
    Cvd, nulla di nuovo sotto la pizza. I marocchini spacciano, gli extracomunitari puzzano, i marziani sono radioattivi, ma la voolvah è sempre la beneaccetta voolvah.

  4. Per esperienza, ritengo di poter affermare che non solo le donne polacche, ma un po’ tutte le donne del mondo si innamorano del portafoglio di un uomo. Pazienza, paghero’….

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